bidenBiden alla Casa Bianca, cosa cambia per noi?
contratto di franchisingContratto di franchising: come funziona?

Abbiamo intervistato una delle più peculiari e innovative aziende che si siano affacciate sul mercato della ristorazione negli ultimi anni. Parliamo di Banshi, che nasce dall’ incontro di tre amici con diverse esperienze nel settore alimentare. Bled e Nertil da oltre 12 anni si occupano con successo della gestione di ristoranti di cucina giapponese, Marco fonda l’Ittica Quarnero grazie alla quale, da più di10 anni, si è specializzato nella produzione di conserve alimentari e nel commercio di prodotti ittici.

Allora, innanzitutto direi: come vi è venuta l’idea di dirigervi proprio su questo segmento di mercato?
Banshi nasce dalla  nostra consolidata esperienza nel settore della ristorazione. E ha inizio nel momento in cui abbiamo deciso di unire il know-how in ambito sushi con quello sulla produzione propria delle materie prime dove protagonista è Marco dell’Ittica Quarnero. L’idea era quindi di mettere insieme l’esperienza lavorativa mia e di Nertil, con l’esperienza decennale di Marco.

Il sushi è sicuramente un alimento che, nell’immaginario comune, ha avuto un’esplosione. Come è stata la reazione del mercato della vostra zona di riferimento (il nord-est), forse magari tuttora ancorato  a dinamiche che non sono quelle delle grandi città?
Da quando abbiamo iniziato a lavorare, il mercato è sempre stato in crescendo. La gente, con la venuta di internet e dei social, ha potuto conoscere questo tipo di cucina anche nelle piccole località isolate. Vero che siamo ancora un pochino indietro su molti trend molto forti a Milano o Roma, penso ad esempio al poke. Ma si deve considerare come anche diversi di questi trend abbiamo spesso vita molto breve.

Era già nelle intenzioni il fatto di svilupparvi con un progetto di  franchising?
Quando abbiamo scelto di coniugare ristorazione e produzione (come ho detto noi gestiamo anche la produzione interna), abbiamo capito le potenzialità della cosa, quindi anche la facilità nel replicare questo metodo. Con il progetto di Banshi emerge soprattutto la possibilità di replicabilità di questo progetto. E infatti in un anno abbiamo aperto tre ristoranti. Con il prezioso aiuto di Fau, leader nella progettazione e sviluppo di reti in  franchising, puntiamo a espanderci ovunque. Il sistema Banshi è altamente codificato per essere riproducibile. Noi non siamo un ristorante, nasciamo come vera e propria azienda. Abbiamo ad esempio impostato un controllo di gestione interno. L’emanazione del ristorante (che è un’etichetta che ci va stretta) è una parte del nostro essere.

banshi

Come giudicate il processo di espansione? State trovando terreno fertile?
Stiamo trovando terreno fertile perché abbiamo tra le mani un prodotto unico, replicabile, molto semplice. Che però taglia fuori tante difficoltà che incontrano i ristoranti normali o una catena, dalla gestione delle materie prime e quindi della qualità del prodotto finale a quello della gestione del personale, che abbiamo risolto in maniera efficace ed efficiente per gli affiliati. Un grande lavoro bisogna farlo nel far sentire il progetto ai nostri collaboratori e quindi anche ai futuri affiliati, nel renderli partecipi delle nostre idee e del loro sviluppo..

Che mire avete? Quali sono le vostre prossime mosse?
Ora stiamo costruendo le linee guida del franchising che andremo a proporre, individuandone i punti di forza, gli elementi caratteristici e le modalità operative. Contiamo quest’anno anno di fare un centinaio di ristoranti (ride, ndr). Ci rivolgeremo  oltre che a nuovi imprenditori anche achi  vuole riconvertire la propria attività, dandogli così nuovo slancio.. Geograficamente, oltre ad espanderci in tutto il nord, sarà una sfida quella di andare al centro sud. Il terreno è fertile, le nuove generazioni stanno iniziando a sperimentare anche in quel senso.

A questo livello mi ha incuriosito la gestione social e riguardo il merchandise. Potete dirci qualcosa a riguardo?
Noi, tra le altre cose, cerchiamo di fare esperienza, sui social, in maniera diretta, a 360°. Abbiamo sempre cercato di privilegiare il contatto con il nostro pubblico, il renderlo partecipe della nostra quotidianità, di quello che siamo. Ad esempio, grazie al profilo TikTok che gestisco personalmente, parlo ogni giorno con oltre 700mila persone, generando 30milioni di visualizzazioni ogni mese. Abbiamo deciso di creare una sorta di kit per preparare a casa propria il sushi, vendendone 4mila confezioni in tutta Italia. Infine siamo molto felici di annunciare di aver stretto una partnership con Mondadori per creare dei contenuti in esclusiva per Giallozafferano. Insomma tutte queste sono testimonianze che la strada intrapresa è quella giusta.

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