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Come pubblicato da Il Sole 24 ore qualche settimana fa, il tema degli aspetti ESG (environmental, social, governance) è sempre più sentito, tanto che c’è una richiesta continua delle aziende per essere riconosciute come società benefit.

Ma cos’è esattamente una società benefit?

Una società tradizionale ha come scopo la distribuzione dei dividendi agli azionisti. Una società benefit persegue anche lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Punta a creare valore condiviso nel lungo termine, e a perseguire la sua missione sociale anche in caso di passaggi generazionali o quotazioni in borsa.
Una società benefit non va confusa con un’impresa sociale o una realtà no profit: queste infatti non hanno scopo di lucro ma finalità civiche, solidaristiche, e di utilità sociale. Una società benefit continua a perseguire il suo scopro di lucro ma lo fa tenendo conto delle ricadute sulle persone, sulla comunità e sul territorio.

Quali sono le caratteristiche di una società di questo tipo?

Le società benefit perseguono, su base volontaria, nell’esercizio dell’attività di impresa, oltre allo scopo di lucro anche una o più finalità di beneficio comune. Il beneficio comune è il perseguimento di effetti positivi che interessino persone, comunità, territori, ambienti, attività culturali e sociali, enti e associazioni. La sostenibilità diventa quindi parte fondante delle società, e integrata nello scopo aziendale.

Responsabilità e trasparenza sono gli altri due pilastri di una società di questo tipo.
Occorre, infatti, nominare un responsabile dell’impatto dell’azienda, e riportare in una relazione annuale di impatto, le attività svolte e gli impegni presi per il futuro.

Come si diventa una società benefit?

Le imprese di nuova costituzione possono essere fondate come società benefit presso qualsiasi studio notarile, indicandolo nel proprio statuto.

Le imprese esistenti possono chiedere di modificare lo statuto con una votazione a maggioranza qualificata.

Perché farlo?

Proteggere la mission dell’azienda nel lungo periodo: una società benefit garantisce a soci e stakeholder che l’impresa perseguirà nel tempo gli obiettivi di beneficio comune riportati nello statuto in maniera trasparente.

Immagine aziendale: l’azienda rientra in un network di imprese pioniere che condividono valori e cambiamenti epocali nel modo di fare business, con ricadute positive sul brand.

Attrattività: i giovani talenti ricercano aziende stimolanti e attente alle questioni ambientali e sociali.

Investimenti: oltre ad attrarre investimenti a impatto sociale, l’azienda diventa più appetibile anche verso finanziamenti privati attirando l’attenzione di consumatori consapevoli.

La situazione in Italia

In Italia oltre 1400 aziende hanno adottato questa forma di impresa introdotta dalla legge di Stabilità del 2016. Tra loro aziende grandi come Illy, Cucinelli, Chiesi Farmaceutici, Aboca, Antica erboristeria e Olio Carli, e molte più piccole.
La normativa, infatti, non prevede nessun vincolo, se non quello che possono adottare uno statuto di questo tipo le società di cui al libro V, titoli V e VI del codice civile (quindi srl, spa, ecc) cioè società che hanno come scopo la divisione degli utili tra le persone che hanno conferito beni o servizi in comune per l’esercizio dell’attività economica.

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