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Cosa fare per ottenere un finanziamento e aprire la tua attività in franchising

Se hai deciso di avviare un nuovo locale indipendente e redditizio, se vuoi far fruttare i tuoi risparmi in una seconda attività o se hai deciso di aprirla per un tuo familiare, ci sono diversi modi per richiedere  un contributo o un finanziamento per entrare a far parte di un franchising.

Scopri qual è il franchising più adatto alle tue esigenze 

Se invece non hai a disposizione un budget e vuoi scoprire dove puoi richiederlo, in questo articolo puoi trovare maggiori informazioni.

Le vie per richiedere un finanziamento per il franchising

Queste sono le vie attraverso le quali procedere con la richiesta dei finanziamenti:

  1. fondo perduto
  2. mutui a tasso agevolato
  3. credito d’imposta
  4. contributi in conto canone
  5. contributi in conto interessi

I finanziamenti a fondo perduto

I finanziamenti a fondo perduto per il franchising sono un’ottima soluzione per chi ha bisogno di un investimento iniziale minimo. Piuttosto che indebitarsi in piani rateali di lunga durata, molti giovani imprenditori preferiscono richiedere un contributo all’Unione Europea o ad altri enti specializzati nell’erogazione di fondi per le nuove aziende, per ridurre le spese e, di conseguenza, il margine di rischio.

Con questi capitali puoi acquistare immobili e macchinari, ottenere licenze, utilizzarli per la tua formazione professionale. A differenza dei comuni prestiti bancari, vanno restituiti solo in una piccola percentuale, gravata di tassi di interesse vantaggiosi e con un piano d’ammortamento atto a favorire lo sviluppo economico dell’impresa.

Questi sono gestiti ed erogati da Invitalia, Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo delle imprese attiva nel sostegno del lavoro autonomo, dell’autoimprenditorialià, delle micro-imprese e proprio nel franchising, e possono essere:

  1. contributi totalmente a fondo perduto, erogabili di anno in anno, volti a coprire tutte le spese necessarie per l’avvio dell’attività;
  2. contributivolti a coprire fino al 95% delle spese iniziali e di gestione;
  3. contributi misti. Sono composti da una percentuale a fondo perduto ed un’altra rimborsabile attraverso un piano rateale agevolato, con tassi d’interesse più bassi di quelli presenti sul mercato.

Per accedere ai finanziamenti a fondo perduto per franchising, è necessario possedere alcuni requisiti, stabiliti dalle normative vigenti:

  1. il titolare deve essere maggiorenne ed inoccupato;
  2. deve risiedere in Italia da almeno sei mesi;
  3. la sede legale ed operativa della ditta deve trovarsi in Italia;
  4. l’attività nascente dev’essere convenzionata con Invitalia;
  5. l’impresa dev’essere obbligatoriamente mantenuta per almeno cinque anni

La richiesta, da parte dei soggetti aventi diritto, dev’essere indirizzata a Invitalia che provvederà a valutarne la fattibilità, in base ai possibili guadagni, al preventivo, all’idea imprenditoriale e alla scelta del territorio; in alternativa, è possibile rivolgersi alla Camera di Commercio del proprio comune di residenza o ottenere informazioni sui bandi disponibili presso le Amministrazioni Locali e Provinciali.

Per avviare la richiesta di un contributo a fondo perduto per attività in franchising, occorre presentare questi documenti:

  1. documenti personali;
  2. certificato che attesti lo stato di inoccupazione;
  3. certificato che attesti la titolarità dell’azienda;
  4. business plan (analisi del territorio, degli investimenti necessari, dell’evoluzione economica del progetto)

Il muto agevolato

Per richiedere il mutuo agevolato, il tasso di interesse è applicato al 30% del tasso ufficiale in vigore al momento della stipula del contratto di finanziamento mentre le rate sono trimestrali costanti della durata di 7 anni. Le spese ammissibili per ottenere l’investimento sono le stesse richieste per i contributi a fondo perduto. I macchinari possono essere anche usati, purché non oggetto di precedenti agevolazioni. L’Iva invece non è una spesa ammessa.
I beni in oggetto devono rimanere in uso alla società per almeno 5 anni dalla data di ammissione al beneficio.

Puoi scegliere tra le seguenti opzioni:

  1. Mutuo a tasso fisso: per chi ha un reddito stabile nel tempo e desidera conoscere dall’inizio l’ammontare della singola rata. La scelta comprende soluzioni a rata costante, crescente o decrescente
  2. Mutuo a tasso variabile: per chi desidera essere agevolato da una rata allineata all’andamento del mercato dei tassi, che in questo momento permette di ottenere un significativo risparmio rispetto ad una soluzione a tasso fisso.
  3. Mutuo a tasso misto: per chi vuole esser agevolato, durante la vita del mutuo, dalla possibilità di scelta del tipo di tasso, fisso o variabile, da applicare alla successiva fase del rimborso.

Il credito d’imposta

Per credito d’imposta si intende ogni genere di credito di cui sia titolare il contribuente nei confronti dell’erario dello Stato. Un credito di imposta può essere destinato a compensare i debiti, a diminuire le imposte dovute oppure, quando ammesso, se ne può richiedere il rimborso, ad es. in sede di dichiarazione dei redditi.

I contributi in conto canoni

I contributi in conto canoni sono paragonabili ai finanziamenti in conto interessi. Si distinguono da essi per la tipologia dell’operazione sottostante: un contratto di locazione finanziaria (leasing) stipulato con una società di leasing. L’agevolazione consiste nell’abbattimento del costo del contratto di leasing, mediante erogazione di un contributo a riduzione dei canoni di locazione finanziaria.

Il finanziamento è erogato in virtù di una legge nazionale o regionale, oppure di un regolamento camerale, che hanno istituito lo strumento finanziario specifico, in convenzione con una serie di società di leasing tra le quali il beneficiario ha facoltà di scelta.

I contributi in conto interessi

I contributi in conto interessi prevedono l’erogazione da parte dello Stato di una quota degli interessi conseguenti l’accensione di un mutuo o di altre forme di finanziamento per far fronte alla spesa per interventi conservativi di beni culturali debitamente autorizzati.

Il contributo è concesso nella misura massima del 6% degli interessi sul capitale erogato, è corrisposto dal Ministero all’Istituto di credito, secondo le modalità prescelte da quest’ultimo.

Il richiedente è tenuto a comunicare tempestivamente ogni variazione del finanziamento alla Direzione regionale, la quale verificherà la permanenza dei requisiti per l’erogazione degli importi non ancora scaduti.

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