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Il rapporto 2019 di Assofranchising sull’andamento del settore in franchising

Il Rapporto Assofranchising 2019, operato da Assofranchising – l’Associazione Italiana del Franchising e l’Osservatorio Permanente sul Franchising, sintetizza ogni anno i risultati descrittivi ed evolutivi nel mondo del franchising, attraverso la lettura dei principali indicatori sulle reti operative in Italia, così da fornire dati aggiornati che rappresentino lo stato dell’arte di questo mercato.

I criteri specifici attraverso i quali viene definita la ricerca sono rappresentati dal marchio con il quale l’impresa opera in Italia e/o all’estero mediante un sistema di franchising, la localizzazione geografica della sede del franchisor e dei suoi affiliati sul territorio nazionale, le dimensioni aziendali (sia in termini di occupati che di superficie dei negozi) e la dispersione geografica dei punti vendita sul territorio.

Dalla lettura e dall’interpretazione comparativa dei dati sul sistema franchising 2017-2018 si evince dal Rapporto Assofranchising 2019 un trend positivo che conferma il settore come la formula migliore per il commercio in Italia.

Il rapporto Assofranchising 2019 nel dettaglio

I numeri

Il giro d’affari nel 2018 è pari a € 25.041.158.750, in aumento del 2,0%. In crescita anche il numero di punti vendita affiliati in Italia (+4,5%) ma soprattutto quelli in franchising all’estero (+7,6%), evidenziando l’apertura ai mercati internazionali di questa tipologia di imprese.

Aumentano, anche se di una sola unità, i Master di franchisor stranieri (link al Vocabolario), che passano da 71 a 72. A vedere una crescita percentuale maggiore sono le reti con sede all’estero che operano in Italia solo tramite franchisee, con un +21,7 e il numero di addetti nel sistema franchising (+3,8%).

In un contesto economico difficile come quello attuale, appare quasi fisiologico che il franchising, come tutti i modelli fondati sulla cooperazione e sulla condivisione del rischio, sia favorito nella competizione di mercato. Garantendo come pochi altri modelli di business riconoscibilità a livello nazionale e internazionale del marchio condiviso, il trasferimento del know-how, l’assistenza continuativa e l’utilizzo della formula imprenditoriale, il sistema franchising in Italia nel 2018 ha mostrato dati positivi, espressione di un settore che si trova in un ottimo stato di salute e in continua espansione.

Rispetto all’anno precedente, il 2018 registra una presenza di insegne operative pari a +32 unità (un totale di 961 marchi in franchising) e un consolidamento dal punto di vista del fatturato (+7,8%), dei punti vendita (8,3%) e del flusso occupazionale generato (+10,9%), analizzando il settore del franchising degli ultimi quattro anni.

Le aree

Interessante risulta essere la suddivisione dei dati per Aree Nielsen, che prevede la ripartizione del territorio in quattro macro-aree:

  1. Nord-Ovest, dove si concentra la maggior parte dei franchisor a livello nazionale (350; 37,5%), in particolare nel 2018 si è registrato un aumento del +3,8% rispetto al 2017;
  2. Centro, che rimane in una posizione invariata in classifica, con 199 franchisor (21,3% del totale insegne in Italia);
  3. Nord-Est, è la terza area in termini di numerosità con 194 insegne (20,8% del totale delle insegne in Italia);
  4. Sud-Isole, ultima in classifica con 190 franchisor, pari al 20,4% delle insegne complessivamente presenti in Italia.

In termini di redditività, invece, nel 2018 è l’area Sud a generare il miglior risultato, per un totale di € 7.710.423.586 seguita dal Nord-Ovest che nello stesso periodo ha prodotto € 7.290.733.258; il Centro e il Nord-Est si collocano subito dopo, registrando comunque un’incidenza sulla produzione totale molto elevata.

Il Report di Assofranchising analizza inoltre il genere e la fascia di età degli imprenditori proprietari di franchising: si ritrova una maggioranza di figure maschili (65,4%) che, nella maggior parte dei casi, appartengono ad una fascia d’età compresa tra i 36-45 anni (58,5%) e i 25-35 anni (29%). Quasi assente è il profilo dei giovanissimi (0,7%) e in misura inferiore si registrano figure tra i 46-55 anni (9,7%) e over 50 (2,1%).

Le merceologie

La ripartizione merceologica dei franchisor nel 2018 suggerisce un incremento del settore dei servizi (costituisce infatti il 24,6% del totale delle insegne in Italia), seguito da quello dell’abbigliamento (19,5% ma che nel corso dell’anno ha fatto registrare una lieve flessione) e dalla ristorazione (con un +5,5%). Seguono poi il commercio specializzato (12,6%), il settore beauty (11,2%), quello della casa (4,9%) e della GDO, che con il 4,5% è il settore che più di tutti ha mostrato maggiore fragilità nella competitività sul mercato del franchising.

Il contratto

L’ultima componente meritevole di considerazione è la durata del contratto, ovvero l’elemento imprescindibile su cui franchisor e franchisee basano il loro rapporto, rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2017: circa il 93% dei contratti dei franchisor hanno una durata tra i 3 e 6 anni, a dimostrazione che la formula vincente di questo business, così dinamico e capace di favorire la conoscibilità del prodotto sui mercati nazionali e internazionali, influisce positivamente sull’imprenditorialità.

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