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Per venire incontro alle vostre domande, abbiamo deciso di inaugurare delle interviste con esperti del settore: oggi, il commercialista.

Per il nostro primo incontro, abbiamo chiesto un aiuto al dott. Alberto Mongelli, esperto commercialista, per toccare con mano la materia.

Salve dott.Mongelli. Come prima cosa le vogliamo chiedere: quant’è difficile, per la sua professionalità, lavorare con il mondo del franchising?
Beh, teniamo conto che il commercialista, occupandosi di consulenza fiscale ed operando nel campo del diritto commerciale, del diritto tributario, della ragioneria e della contabilità in generale, deve sicuramente tribolare molto. Sicuramente il seguire un cliente che opera nel campo del franchising pone casistiche che esulano dai solite dinamiche.

In che senso?
Nel senso che i contratti che vengono stipulati tra franchisor e franchisee devono essere dettagliati, anche per la parte che poi è di mia più stretta competenza. Adempiere a tutto ciò è sicuramente fondamentale, per prevenire errori macroscopici nei quali si può incappare.

Che errori vede, di solto?
I problemi solitamente derivano da due questioni, la definizione del manuale operativo e della documentazione contrattuale. Spesso, da un punto di vista fiscale, ci si trova davanti a errori fatti a monte, che devono quindi essere sanati.

E da cosa derivano?
Ad esempio la poca o nulla esperienza nel settore. Da qui la necessità di essere parecchio analitici, precisi e capziosi nella strutturazione del business che si intende sviluppare. Spesso capita di dover partire dalle basi, dal come redigere correttamente una fattura o casi simili. Ed è giusto che sia così, solo partendo dalle fondamenta si può costruire qualcosa di duraturo.

Supponiamo non sempre sia così…
La cosa che mi stupisce è che capita ci sia poca attenzione sul lato della documentazione ufficiale. Ad esempio documenti inesatti o poco curati, magari prodotti anche da professionisti. Proprio per questo è di vitale importanza per il brand che si sviluppa puntare sull’aiuto e la consulenza di realtà con un know-how consolidato dall’esperienza.

Ha allora senso dotarsi di una sorta di commercialista interno all’azienda?
Ovviamente dipende dalle dimensioni dell’azienda, ma generalmente non è una pratica usuale. Il commercialista è un professionista, quindi difficilmente svolge la sua professione internamente a un’azienda. I costi che ha non sono sempre sostenibili o giustificabili.

..e poi c’è sempre la formazione.
Esatto. Come dicevo prima l’essere sempre molto update su circolari, informative, normative e quant’altro è di assoluto rilievo. Essendo una materia estremamente disciplinare, l’aggiornamento deve essere continuo. La dequalificazione è sempre dietro l’angolo bisogna stare sempre sul pezzo. Non è certo un segreto che le normative cambino di continuo, che le modifiche siano anche all’ordine del giorno. Di conseguenza avere sempre le antenne dritte è assolutamente fondamentale. Purtroppo spesso siamo costretti a rincorrere.

Per concludere, che consigli darebbe a una persona che vuole sviluppare il suo brand?
Prima di tutto di affidarsi a professionisti e aziende che abbiano esperienza nel settore. E poi di seguire con cura e sforzo didattico ogni aspetto della gestione del brand.

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